Il Liceo Vito Volterra dice NO alla violenza di genere

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Il 25 novembre, il Liceo Vito Volterra ha partecipato attivamente alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, promossa dal Comune di Ciampino in collaborazione con l’associazione Donne fuori dal silenzio. Le classi 2SA e 2SInt, accompagnate dalle docenti Francesca Sabatini e Federica Minini, si sono recate presso l’aula consiliare P. Nenni per presentare i lavori svolti durante il percorso di educazione civica sul tema della violenza di genere nella comunicazione, alla presenza della Sindaca Emanuela Colella, dell’Assessora alle Politiche sociali Alessandra Mantuano, delle Dirigenti scolastiche del Liceo Vito Volterra Prof.ssa Emilia D’Aponte e Prof.ssa Fortunata Solvino dell’IIS Amari-Mercuri e delle rappresentanti dell’associazione “Donne fuori dal silenzio”.

Gli studenti hanno approfondito il tema della violenza di genere, producendo testi e riflessioni significative che sono stati presentati durante l’evento.

È stato realizzato e proiettato un ebook multimediale dal titolo “Violenza di genere… a parole”, nato da un’idea della classe 2SA: attraverso l’analisi di testi e video, gli studenti hanno esplorato come le parole possano essere strumento di discriminazione e violenza, ma anche di inclusione e rispetto.

“Le parole sono solo parole? O forse, dietro ad esse, si celano pensieri, pregiudizi e retaggi culturali che possono portare a discriminazioni e, nei casi più gravi, a forme di violenza inaudita verso le donne?”, si sono chiesti gli studenti, evidenziando come la riflessione sul peso del linguaggio sia fondamentale per contrastare la violenza di genere.

L’ebook, articolato in quattro capitoli, affronta temi come gli stereotipi di genere, il linguaggio sessista nei media, il cyberbullismo e l’hate speech. Il lavoro si conclude con un invito all’azione per un linguaggio inclusivo, in cui le parole siano strumenti di rispetto e uguaglianza.

Questi i passaggi più significativi dei discorsi affrontati dai nostri alunni:

Gli stereotipi di genere sono come gabbie invisibili, costruite con parole e immagini che limitano la nostra libertà e perpetuano disuguaglianze. Sono pregiudizi radicati nella nostra cultura che attribuiscono caratteristiche e ruoli predefiniti a uomini e donne, solo in base al loro sesso biologico.

Come abbiamo visto nel primo capitolo del nostro libro, questi stereotipi si infiltrano nel linguaggio, nella comunicazione e nelle aspettative sociali. Parole apparentemente neutre possono celare significati discriminatori, e il linguaggio stesso può essere usato per rinforzare ruoli di genere tradizionali.

I media, in tutte le loro forme, giocano un ruolo fondamentale nella diffusione di stereotipi di genere e di un linguaggio sessista. La pubblicità, il cinema, la televisione, i giornali e i social media spesso presentano immagini e messaggi che oggettivano le donne, le riducono a corpi o a ruoli stereotipati.

Nonostante la sensibilizzazione, il rispetto per la figura della donna non è ancora paragonabile a quello per l’uomo. Come denunciato da Michela Murgia in “Stai zitta”, non è vero che “Non è successo niente”. Ciò che le donne subiscono sono a tutti gli effetti violenze.

È fondamentale riflettere sull’impatto che questo linguaggio ha sulla percezione delle donne e sul loro ruolo nella società. Dobbiamo promuovere un giornalismo e una comunicazione mediatica responsabile, che offra un’immagine delle donne realistica e rispettosa.

Invitiamo le donne ad avere coraggio e a far sentire la propria voce, a non temere di essere additate come assillanti o esagerate. Come evidenziato da Simone de Beauvoir in “Il secondo sesso”, “La liberazione della donna deve essere opera della donna stessa”.

Il nostro fine ultimo è spingere la gente a reagire, le donne a non stare zitte, perché solo così si può combattere il sessismo dilagante nei media.

Le parole sono pietre: possono costruire cattedrali o abbattere ponti. Dopo aver esplorato il linguaggio sessista e discriminatorio, vogliamo concludere con un invito all’azione, perché ognuno di noi può contribuire a un mondo dove le parole siano strumenti di inclusione, rispetto e uguaglianza.

Ricordiamoci che le parole hanno un grande impatto. Un commento sessista, anche se mascherato da battuta, può ferire profondamente, minare l’autostima e rafforzare stereotipi dannosi. Non sottovalutiamo il potere delle parole: possono ispirare, ma anche distruggere.

Per questo, è fondamentale dare voce alle donne, assicurando la loro presenza e partecipazione nei dibattiti pubblici e nei media. Le loro prospettive arricchiscono il discorso e contribuiscono a una visione più completa della realtà.

Contrastare il linguaggio sessista è responsabilità di tutti. Non restiamo in silenzio di fronte a parole che discriminano o feriscono. Segnalare, denunciare, intervenire: sono azioni concrete per spezzare il ciclo della violenza verbale.

Infine, investiamo nelle nuove generazioni. Educhiamo bambine e bambini all’importanza di un linguaggio rispettoso e inclusivo. Insegniamo loro che le parole possono unire o dividere, e che la scelta è nelle loro mani.

Scegliere un linguaggio inclusivo significa costruire un futuro dove le donne non siano ridotte a stereotipi, ma valorizzate per le loro capacità; un futuro dove le parole non siano armi, ma strumenti di dialogo e comprensione.

Ogni piccolo passo, ogni parola rispettosa, ogni gesto di inclusione, contribuisce a questo futuro. Insieme, possiamo fare la differenza. Possiamo creare un mondo dove le parole siano portatrici di speranza, cambiamento e amore

La partecipazione del Liceo Vito Volterra all’iniziativa del Comune di Ciampino, insieme all’IIS Amari-Mercuri, testimonia l’impegno delle scuole e delle istituzioni nella promozione di una cultura di parità e rispetto. La giornata è stata ricca di eventi, tra cui performance artistiche e un reading teatrale.

I lavori degli studenti rappresentano un esempio concreto di come i giovani possano contribuire attivamente alla lotta contro la violenza di genere.

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