DADA – Didattica per Ambienti Di Apprendimento

Aule Tematiche

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Nell’anno scolastico 2015/16, il Liceo Scientifico “V. Volterra” si era dato una diversa organizzazione metodologica-didattica. L’esigenza era nata da una realtà oggettiva – l’aumento delle iscrizioni alle classi prime tale da determinare il numero totale di 58 classi presenti nell’istituto – e da una consapevolezza di natura professionale, ormai non più rinviabile. Attualmente le classi sono 57.

Riuscire a coniugare le due esigenze, sviluppando un’opportunità educativa e formativa, molto rara nel panorama scolastico italiano, rappresenta una sfida importante che ci colloca al passo dei tempi che viviamo. Oggi emerge la necessità di progettare la scuola come uno spazio integrato in cui gli ambienti finalizzati ad attività diverse hanno la stessa dignità formativa e presentano caratteri di flessibilità in grado di accogliere in ogni momento persone e attività, riuscendo ad offrire caratteristiche di funzionalità e anche di benessere. La scuola così, diventa il risultato del sovrapporsi di diversi tessuti ambientali: quello delle informazioni, delle relazioni, degli spazi e dei componenti architettonici, dei materiali, che a volte interagiscono generando stati emergenti significativi nella relazione insegnamento-apprendimento ovvero nella relazione docente-studente.

Nell’anno scolastico 2023/24 appena cominciato, sospesa nella fase pandemica per ragioni di sicurezza, al liceo scientifico “Vito Volterra” di Ciampino prenderà nuovamente vita il progetto ispirato alle Scuole DADA anglosassoni, che adottano le “Didattiche per Ambienti di Apprendimento”. 

Le classi dell’istituto inizieranno a ruotare da subito, con i loro insegnanti, nelle aule disciplinari, distinte con colori differenti. Non più i docenti, ma gli studenti si sposteranno a seconda del loro orario di lezione. Una rivoluzione, prima di tutto, pedagogico-didattica, per favorire l’adozione, nella quotidianità scolastica, di modelli funzionali a quei processi di insegnamento e apprendimento attivo in cui gli studenti possano divenire attori principali e motivati nella costruzione dei loro saperi.

La nuova organizzazione si inserisce, inoltre, all’interno dei cambiamenti strutturali, realizzati grazie ai fondi del PNRR per il “Piano Scuola 4.0”. Un decreto del Ministero dell’Istruzione ha, infatti, assegnato agli istituti scolastici risorse economiche secondo due linee di finanziamento: Next Generation Classroom e Next Generation Labs. Con il “Piano Scuola 4.0” si punta proprio a trasformare le aule in ambienti innovativi e connessi e a creare laboratori per le professioni digitali.

Il “Piano Scuola 4.0” prevedeva la trasformazione di almeno metà delle aule  in ambienti innovativi di apprendimento e la realizzazione di laboratori. Al liceo scientifico “Vito Volterra” di Ciampino, invece, utilizzando anche il contributo delle famiglie, si è provveduto al rinnovo di tutte le strumentazioni digitali presenti nelle aule.

Per quanto riguarda i laboratori, sarà realizzato quello di robotica, mentre nell’Auditorium, in questi giorni, è in allestimento quello di comunicazione digitale, dove realizzare podcast e web radio. Anche il laboratorio di fisica sarà completamente rinnovato e al piano terra della Palazzina B si realizzerà un nuovo laboratorio video.


“L’uso diffuso e quotidiano delle tecnologie permette e richiede un’organizzazione diversa dello spazio dell’apprendimento. Di qui la necessità di una progettazione integrata tra gli ambienti che potremmo definire, mutuando un’espressione dal mondo degli ambienti on line, “interoperabili”, in cui si pratica una didattica coinvolgente che non ha paura di “pareti trasparenti” che consentono la condivisione “oltre l’aula”.  La matrice della scuola è pensata in modo da lasciare sempre una possibilità di variazione dello spazio a seconda della attività desiderata. La flessibilità degli arredi e la polifunzionalità degli ambienti permette di aumentare il tempo di utilizzo grazie alla possibilità di riconfigurazione finalizzata allo svolgimento di attività diverse.” (Elena Mosa – Ricercatrice Indire)